UMBRIA IN BICI 2020

UMBRIA IN BICI 2020

Distanza

334,77 km

Dislivello positivo

4.671 m

Difficoltà

Media

Dislivello negativo

4.671 m
TAPPA 1: PERUGIA – FABRO 68 KM 1.297+

Finalmente ci siamo. Pronti a partire ma come sempre sistemate le ultime cose e caricate le borse sulla bici si sono fatte le 10 del mattino e il caldo si comincia a far sentire.

Il primo tratto di strada segue la ciclabile Perugia–San Feliciano per poi proseguire, usciti da San Sisto, sulla strada statale. Ogni volta che pedalo sulle vie principali non vedo l’ora di abbandonarle per la paura concreta di essere investiti. Fortunatamente una volta arrivati a Capanne abbandoniamo l’asfalto e proseguiamo in parte lungo il tracciato della vecchia ferrovia Ellera–Tavernelle (https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Ellera-Tavernelle). Il viaggio prosegue alternando strade sterrate ed asfaltate secondarie, con piccoli sali e scendi, costeggiando le frazioni di Castiglione della Valle, Tavernelle, e il lago di Pietrafitta fino ad arrivare a quella che già sapevo essere la salita più dura della giornata: la salita al Santuario Madonna delle Grondici (https://www.iluoghidelsilenzio.it/santuario-della-madonna-delle-grondici-tavernelle-pg/).  La strada è veramente ripida con pendenze che arrivano anche al 11%,  e sinceramente speravo di affrontarla in ore un po’ più fresche.

Arrivati al santuario decidiamo di fermarci in quanto il caldo è veramente insostenibile: sono le 13.

Iniziamo quindi a ragionare su dove arrivare la sera, e decidiamo di fermarci a Fabro Scalo dove prenotiamo un posto disponibile in hotel. Ci fermiamo al Santuario fino verso le 15 e la ripartenza è veramente molto dura. Il percorso sterrato ha inizialmente pendenze fino al 14%, e pertanto proseguiamo a spinta almeno sul tratto più duro poi,  sempre su sterrato, la strada prosegue concedendo dei bellissimi panorami sul lago di Pietrafitta, Perugia e il Monte Subasio.

Il caldo non molla e il tratto di asfalto prima di Greppolischieto è veramente un inferno; la salita corta ma ripida per entrare in paese la affrontiamo a spinta e, arrivati all’ingresso, ci concediamo una meritata pausa sul sedile di pietra ai piedi della porta del paese.

La mia paura è che Simona rinunci al viaggio ma per fortuna è tenace, e non sarà così. Il paesino è molto carino e merita una visita, inoltre dalla piazza difronte alla chiesa si gode un bel panorama sul Peglia, Montegiove e le colline intorno, mentre dal portale d’ingresso si vedono il lago Trasimeno e le zone circostanti.

Ripartiamo alla volta di Montegiove, dove so che c’è un bar per poter mangiare e sorseggiare qualcosa di fresco. La salita sterrata ce la facciamo tutta a spinta perché è il primo giorno di viaggio e non vogliamo affaticarci troppo le gambe, che non sono ancora bene allenate, per spingere la bicicletta carica (circa 10 kg di bagaglio a testa). Arrivati al paese troviamo il bar chiuso, che brutta sorpresa!! ma per fortuna c’è ancora la proprietaria lì davanti, anch’essa appassionata di bicicletta e incuriosita dal nostro viaggio, che ci offre una bibita bella gelata. Riprese le forze proseguiamo in direzione Scarzuola, un posto magico e bellissimo, che consiglio vivamente di visitare (https://it.wikipedia.org/wiki/La_Scarzuola).

 

Da qui inizia l’ultima salita della giornata, ma che per fortuna in confronto alle altre è niente. Il caldo è costante, e anche nella lunga discesa che ci conduce a Fabro sembra di avere un phon puntato contro. Arriviamo in albergo verso le 19.00, cotti ma felici. La cena sarà fortunatamente molto abbondante e ci mangiamo l’inverosimile. Poi a nanna che il giorno dopo si riparte!

TAPPA 2: FABRO – ORVIETO 34 KM 437+

Dopo la faticata del primo giorno la tappa di oggi la possiamo definire di “trasferimento”, e infatti si svolge perlopiù in piano. Da Fabro seguendo bellissime strade bianche circondate da vigneti e calanchi ci dirigiamo in direzione di Allerona Scalo.

Anche oggi giornata torrida e mentre siamo intenti a fare rifornimento di acqua ad Allerona Scalo conosciamo Flavio, un ciclista che sta percorrendo la via Romea Germanica da Roma al Brennero, portando avanti il progetto della ONLUS AISS COOPERATIVA SOCIALE che si occupa di assistenza a favore dei bambini (https://www.facebook.com/aisscoop/)

Da Allerona Scalo la strada prosegue su strada asfaltata trafficata, e purtroppo non sono riuscito a trovare una valida alternativa. Arrivati ad Orvieto Scalo facciamo rifornimento di cibo (per questa vacanza è il nostro carburante), e iniziamo la lunga ma pedalabile salita che dalla stazione ci porterà in centro. Finalmente, a poco più di 40 anni, riesco a fare una bella visita nel centro di Orvieto e, grazie a Simona che mi ci ha praticamente trascinato, vediamo anche il quartiere medioevale: veramente bello!

Purtroppo non siamo riusciti ad effettuare la visita del duomo perché siamo arrivati troppo tardi ed era chiuso. Stasera si cena a casa perché abbiamo trovato un bel B&B a 50 metri dalla piazza del duomo con possibilità di utilizzo della cucina (“Alle scalette del duomo” molto carino e curato tel. 3381853570)

TAPPA 3: ORVIETO-TODI 37 KM 607+

Cerchiamo di partire di buon’ora per evitare le ore più calde e usciamo da Orvieto seguendo la vecchia strada che attraversa le mura, poi proseguiamo sul percorso selciato della stessa che ci porterà direttamente alla stazione.

Per arrivare al lago di Corbara proseguiamo lungo la vecchia strada che, oltre che essere molto bella, è anche priva di traffico, e con un po’ di sali e scendi in breve tempo arriviamo alla diga di Corbara. Inizialmente avevamo previsto di arrivare a Todi passando per Civitella del Lago ma viste le temperature e la lunga salita per raggiungerla decidiamo di proseguire lungo la strada che costeggia il lago che in questo periodo, a causa della chiusura di un ponte, risulta quasi per niente trafficata.

Lungo la strada ci sarebbe anche la possibilità di effettuare la visita all’eremo della Pasquarella (https://www.iluoghidelsilenzio.it/eremo-della-pasquarella-orvieto/) ma non ci fermiamo e  puntiamo a Todi. La salita per la città di Todi è lunga ma costante, e senza pendenze esagerate, oltre al fatto che non essendo la strada principale è praticamente priva di traffico. Quest’anno stiamo incontrando diverse persone che per le vacanze stanno facendo a piedi il Coast to Coast (https://www.italiacoast2coast.it/) che collega Ancona con Orbetello. Giungiamo a Todi all’ora di pranzo,  e abbiamo tutto il tempo per farci un bellissimo giro per la città visitando chiese e monumenti.

Nel pomeriggio fa anche un bell’acquazzone che ha quale unico effetto, oltre che a tenerci piantonati nella chiesa di S. Fortunato, quello di scatenare una forte afa. La sera cenetta picnic ai giardini della rocca: belli, ordinati e freschi.

TAPPA 4: TODI – NARNI 47 KM 816+

Partiamo da Todi di buon ora, perché la tappa sarà una delle più lunghe. Simona, che è celiaca, non è riuscita a trovare niente da mangiare per colazione nei bar del centro, e quindi alla Coop poco fuori Todi facciamo pausa rifornimento cibo, che consumeremo all’ombra e al fresco fuori dal cimitero della città. Con lo stomaco pieno ripartiamo e dopo pochi chilometri, in prossimità delle cantine Franco Todini, lasciamo l’asfalto per imboccare la sterrata che ci porterà, dopo vari sali e scendi più o meno penduti e una lunga e ripida salita finale, alla Frazione di Rosaro dove troveremo anche un bel fontanile ad accoglierci.

Proseguiamo in discesa fino ad arrivare a Casigliano. Nonostante ci sia “cascato” più volte continuo a volte a fidarmi di Google per tracciare le strade da percorrere, ritrovandomi spesso a  spingere la bici per strade improponibili; e così anche questa volta ci ritroviamo dopo Casigliano su una lunga salita dal fondo impraticabile e sotto il caldo soffocante, a spingere le biciclette belle cariche per circa 2 km con pendenze intorno al 9%. Anche non volendo sarebbe stata comunque l’unica strada.

Arrivati in cima il panorama ripaga la fatica. Ora tutta discesa fino ad Acquasparta, che sinceramente mi ha un po’ deluso. Qui ci fermiamo per pranzo.

 

Oggi sento veramente caldo e ho la sensazione che mi manca quasi l’aria. Si riparte dopo mangiato in direzione Carsulae (http://carsulae.site/) e qui lungo il percorso, dopo aver affrontato una lunga salita prima su asfalto poi su sterrato, ci troviamo la strada sbarrata da un bel cancello chiuso a protezione dell’area archeologica. Seconda fregatura della giornata di Google!! Per fortuna un sentiero in mezzo al bosco permette di aggirare l’ostacolo e di ricongiungersi alla strada asfaltata quasi in prossimità del parcheggio di Carsulae. Qui incontriamo due ragazzi gentilissimi che ci spiegano in cosa consiste la visita. Ne vale sicuramente la pena ma richiede un po’ di tempo, per cui decidiamo che ritorneremo con più calma in un periodo un po’ meno caldo. Ci attende ora la lunga discesa fino a San Gemini. Il centro storico merita sicuramente una visita, ma questa volta noi ci fermiamo solo in piazza perché avevamo già visitato San Gemini di recente.

Si continua a scendere in direzione Narni Scalo in cui abbiamo prenotato un albergo per la sera (Hotel Narnia – gestione famigliare – ottimo rapporto qualità prezzo). Lasciate le bici in hotel saliamo in centro storico con l’autobus. Non avevo mai visto Narni: è veramente stupenda. Anche qui purtroppo non facciamo in tempo a vedere il duomo che troviamo chiuso, e meriterebbe una visita anche Narni sotterranea. Torneremo!!

La sera iniziamo a cercare un alloggio per il giorno dopo in cui dovremmo, da programma, raggiungere la Valnerina. Ahi noi  siamo arrivati ai giorni di Ferragosto ed è già  tutto prenotato da Terni fino a Norcia, e anche a Spoleto almeno fino al 17 agosto. Comincia a salire un po’ di tensione in quanto non riusciamo a trovare nulla per dormire, e quindi programmiamo per l’indomani di incamminarci verso Terni e, strada facendo, cercare un posto per la notte, non escludendo come ultima possibilità quella di prendere il treno a Spoleto e tornare a casa.

TAPPA 5: NARNI- TERNI 18 KM 90+

Si parte senza meta prestabilita, sperando vivamente che la destinazione non sia casa. Da Narni scalo si prosegue prima su strada asfaltata e poi su strade sterrate e secondarie fino alla periferia di Terni. Arrivati in centro a Terni, Simona con la solita pazienza e determinazione prova ancora a cercare un alloggio … e bingo! riesce a trovare l’ultima camera della città (non smetterò di ringraziarla) in un albergo vicino alla stazione in cui vista la situazione di quei giorni decidiamo di rimanere due notti. Il pomeriggio gironzoliamo per Terni, città curata ed elegante.

In serata programmiamo la giornata successiva.

TAPPA 6: TERNI – PIEDILUCO – TERNI 58 KM 696+

Usciamo di buon’ora dalla città in direzione cascata delle Marmore passando davanti alle Acciaierie, e arrivati a Papigno saliamo verso il paese percorrendo la salita ripida ma breve; il paese è molto caratteristico con la sua posizione arroccata, e gode di ottimo panorama. Proseguiamo poi in leggera salita per immetterci sulla strada che sale a Marmore. La strada è tutta in salita ma per fortuna, tranne qualche breve tratto, la troviamo in ombra e al termine della salita, passato il paese di Marmore, ci dirigiamo verso Piediluco. Seguiamo le indicazioni per il giro del lago che offre scorci incantevoli sul paese di Piediluco e sul lago stesso. Si alternano sali e scendi dapprima su asfalto poi, abbandonata la strada principale che termina senza uscita, si prosegue su sterrato per ritornare ad immettersi sulla strada regionale, dove occorre stare attenti perché piuttosto trafficata dalle macchine.

Ritornati a Piediluco dopo aver gironzolato per il paese e aver pranzato ci imbarchiamo sul battello per fare il giro turistico del lago, molto gradevole.

Ripartiamo poi in direzione Arrone affrontando subito una bella salita con punte dell’8% fino a valicare, e poi giù per una gustosissima e interminabile discesa fino ad Arrone. Questo è uno dei paesi più belli e caratteristici della Valnerina, con il suo centro storico arroccato e circondato dalle mura, le sue viuzze strette e la caratteristica torre dell’orologio.

Usciti da Arrone proseguiamo lungo la Greenway del Nera fino alla cascata delle Marmore; qui ai ciclo-escursionisti è consentito transitare per il passaggio sotto la cascata, portando la bicicletta a spinta, per evitare il pericoloso tunnel stradale.

Infine torniamo a Terni e ci concediamo un’ottima pizza (senza glutine e vegetariana per Simona) al Pantarhei (https://www.facebook.com/Pantarhei.Restaurant/?ref=page_internal), che offre oltre al buon cibo un locale molto curato e personale molto gentile.

TAPPA 7: TERNI – SPOLETO 61 KM 926+

Questa è stata forse la tappa più bella del giro, almeno dal punto di vista delle bellezze naturali e dei posti attraversati. Passiamo per la Cascata delle Marmore, che di mattina troviamo chiusa, e decidiamo di continuare a seguire la strada regionale fino a Ferentillo: è ancora presto e il traffico per fortuna ancora scarso, altrimenti arrivati alla cascata è consigliabile imboccare la Greenway del Nera. Giunti ad Arrone, che abbiamo visto il giorno prima, proseguiamo verso Ferentillo. Qui si trova il museo delle Mummie di Ferentillo (https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_delle_mummie_di_Ferentillo), che vale sicuramente la pena visitare, e che noi abbiamo già visto durante altre gite.

Imbocchiamo la Greenway che, attraverso sali e scendi e costeggiando il fiume Nera, dopo circa 14 chilometri ci conduce al bellissimo borgo di Scheggino. La visita al paese è d’obbligo e Simona si spinge oltre arrampicandosi, attraverso un comodo ma ripido sentiero, fino alla torre di vedetta che sovrasta il paese, e da cui si gode di uno stupendo panorama sulla valle sottostante.

Scheggino da programma avrebbe dovuto essere una delle nostre tappe, e da qui saremmo dovuti partire per affrontare la parte più dura del giro arrivando a Monteleone di Spoleto, Cascia, Norcia e Castelluccio di Norcia. Purtroppo per noi, ma per fortuna per gli operatori turistici, quest’anno l’Umbria è stata presa d’assalto dai turisti, e in nessuna delle quattro località citate siamo riusciti a trovare un posto per dormire per i giorni a cavallo di Ferragosto. Dopo pranzo dobbiamo quindi proseguire in direzione Spoleto, dove miracolosamente siamo riusciti a trovare una camera in un agriturismo appena fuori della città. Lasciato Scheggino ci avviamo in direzione Sant’Anatolia di Narco, da cui imboccheremo la famosa ciclabile Spoleto-Norcia, che ripercorre il tragitto della vecchia ferrovia dismessa da decenni. Se si ha del tempo a disposizione, arrivati a Sant’Anatolia di Narco e proseguendo oltre per circa 2 km, vale la pena visitare il piccolo ma bello borgo di Castel San Felice. La vecchia ferrovia Spoleto Norcia (https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Spoleto-Norcia) è uno dei più bei itinerari escursionistici della Regione, e con le sue gallerie elicoidali e i suoi viadotti è un’opera di ingegneria che tutt’oggi si distingue, ed è stata avveniristica per i tempi in cui fu costruita. La salita, venendo dal lato della Valnerina, è lunga ma con pendenze massime intorno al 4% e culmina con la lunghissima galleria di Caprareccia che, con i suoi quasi 2 chilometri di lunghezza, permette di rinfrescarsi (anche troppo) dopo la lunga salita.

Per percorrere questo itinerario della vecchia ferrovia, sia a piedi che in bici, occorre munirsi di una buona torcia per l’assenza totale di luce all’interno delle gallerie. Durante la salita si gode di uno stupendo panorama.

Usciti dalla galleria di Caprareccia inizia la lunga discesa verso Spoleto.

Arrivati a questa splendida città, questa volta ci limitiamo ad una breve visita visto che diverse aree, compreso il Duomo, erano inaccessibili a causa della preparazione per l’imminente Festival dei Due Mondi (http://www.festivaldispoleto.com/), e la città era costipata di turisti. Eravamo già venuti qui in bicicletta nel 2018,  e le foto di seguito si riferiscono ad aprile di quell’anno.

Spoleto merita una visita approfondita, e in particolar modo bellissimi sono il Duomo, la Rocca Albornoziana e il Ponte delle Due Torri. Dopo la nostra pausa aperitivo, che abbiamo adottato di rito ogni sera, proseguiamo per l’agriturismo in cui arriviamo all’ora di cena.

TAPPA 8: SPOLETO – ASSISI 55 km 145+

Ripartiamo alla volta di Spoleto, visto che la sera prima lungo la strada abbiamo incrociato la ciclabile Assisi-Spoleto, e imboccata la pista  proseguiamo in direzione Bevagna.

Anche la tappa di oggi inizialmente doveva essere divisa in due con la salita a Montefalco e il pernottamento nei pressi di Bevagna, ma anche qui in zona non abbiamo trovato nulla per dormire, e quindi abbiamo deciso di saltare la visita di Montefalco e puntare su Assisi, dove invece abbiamo trovato un albergo. La Ciclabile Spoleto-Assisi, totalmente in piano con fondo quasi tutto asfaltato e su sede propria, percorre prevalentemente argini di fiumi e costeggia o attraversa diversi borghi umbri che vale la pena visitare. Nonostante l’abbia percorsa diverse volte ma non mi ero mai fermato a visitare le fonti del Clitunno, e quindi questa è stata l’occasione giusta.

Le fonti presentano un paesaggio naturale molto particolare, con specchi d’acqua dai colori vividissimi; l’ingresso è a pagamento. Soddisfatti del belvedere proseguiamo alla volta di Bevagna, la cui visita è sempre un piacere per la bellissima piazza Filippo Silvestri, la chiesa di S Michele Arcangeli, e il particolare fontanile.

Dopo pranzo proseguiamo per Assisi, con dei nuvoloni minacciosi alle spalle.

Lungo il tragitto ci fermiamo a Rivotorto, dove visitiamo la chiesa che contiene il Tugurio di San Francesco (https://www.viaggiareinumbria.com/sacro-tugurio-chiesa-rivotorto/), che è stata la prima dimora del Santo e dei suoi compagni.  Arrivati ad Assisi comincia una leggera pioggia, che purtroppo non ci permette di utilizzare la piscina dell’albergo, su cui avevamo fantasticato durante la pedalata. Prima di cena facciamo una visita alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, che custodisce al suo interno la chiesta della Porziuncola (https://it.wikipedia.org/wiki/Porziuncola), e poi ci godiamo il solito aperitivo.

TAPPA 9: ASSISI – PERUGIA 43 KM 675+

Partiamo di buon’ora e saliamo ad Assisi nella speranza, vana, che in giro non ci sia ancora troppa gente ma, già alle 9 del mattino, troviamo la cittadina strapiena. Facciamo un giro visitando la Basilica di Santa Chiara e la Cattedrale di San Rufino, mentre non riusciamo a vedere la Basilica di San Francesco perché per entrare troviamo una fila interminabile che serpeggia lungo tutta ala strada e il porticato della piazza inferiore, con tanto di esercito a vigilare.

Altri luogo in zona che meritano attenzione sono la Rocca Maggiore (https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_Maggiore), una fortificazione del 1200 che domina la città dall’alto, è l’Eremo delle Carceri di San Francesco (https://santuarioeremodellecarceri.org/), raggiungibile attraverso la strada carrabile in direzione della cima del Monte Subasio, dopo circa 3,5 km di salita. Proseguiamo uscendo da Assisi in direzione della nostra Perugia, dove ci aspetta l’ultima salita del giro per arrivare in centro.  Qui facciamo un ciclo-giro e passiamo per  la chiesa di San Costanzo, i Giardini del Frontone, la chiesa di Sant’Ercolano e poi Corso Vannucci con l’immancabile foto innanzi alla fontana; scendiamo poi per via Maestà delle Volte, la via dell’Acquedotto, la chiesa di San Francesco al Prato.

Abbiamo finito il giro, e corriamo dritti a casa dove ad aspettarci ci sono i nostri adorati amici a 4 zampe!!!

CONCLUSIONI

Il giro è stato fantastico e, considerato il nostro scarso allenamento e il caldo insostenibile, credo che meglio di così non potevamo fare.

Essendo una delle sue prime esperienze ciclo-turistiche devo fare i miei complimenti a Simona, che ha affrontato tutte le salite con grande tenacia e non si è mai lamentata né per la stanchezza né per il caldo, ma anzi è stata sempre avanti a tirare e dare il passo. L’unico rammarico è quello di non essere arrivati a Castelluccio di Norcia (https://www.castellucciodinorcia.it/),  che è una delle punte di diamante della nostra Regione, purtroppo ad oggi quasi totalmente raso al suolo dal terribile terremoto del 2016. Speriamo tanto che non venga abbandonato a se stesso, e che un giorno, come fa la sua spettacolare fioritura ogni anno in primavera, torni a risplendere. Ricordo, riguardando vecchie foto, quanto fosse piacevole camminare per le sue viuzze ogni volta che ci capitavo, ammirando anche i suoi panorami circostanti unici al mondo… Questo viaggio ci ha permesso di scoprire scorci nascosti della nostra Regione, in cui ormai vivo da 22 anni e a cui sono molto affezionato. Alcune città non le avevo mai visitate, altre solo velocemente e in maniera superficiale, altre ancora ho avuto il piacere di riscoprirle. Ci sono posti che, anche se visti più volte, non stanca mai rivederli come i paesi della Valnerina (Arrone e Scheggino) e posti come la ciclabile Spoleto-Norcia, che percorsi per la prima volta tantissimi anni fa quando ancora era chiusa al pubblico, e dove non mi stancherò mai di tornare. In Umbria ovviamente ci sono ancora molte altre strade che meritano di essere percorse, e molti posti più che degni di essere visitati, e personalmente credo che la bicicletta sia uno dei mezzi migliori per viaggiare perché permette di gustarsi tutte queste bellezze con la dovuta calma. Questo giro è stato un punto di partenza con il quale abbiamo cercato di toccare alcune delle principali città e paesi umbri, ma che attraverso mille varianti può essere utilizzato e integrato per scoprire l’Umbria, Regione piena di borghi meravigliosi che meritano di essere visitati, e dove è possibile trovare ancora moltissime strade non asfaltate per viaggiare in sicurezza.

Un grazie particolare va alla mia compagna di vita e di viaggio, ideatrice iniziale di questa esperienza, con l’augurio che questo sia il primo di una serie di viaggi insieme alla scoperta dell’Umbria, dell’Italia, e chissà anche del mondo, con un diverso punto di vista.

Un’ulteriore ringraziamento speciale va anche a PERUGIA BIKE e al suo Presidente, che ci ha fornito le divise per il viaggio.

Alla prossima!