PERUGIA – MONTEPACCIANO E IL SENTIERO DEI CONSERVONI

PERUGIA – MONTEPACCIANO E IL SENTIERO DEI CONSERVONI

Distanza

18,27

Dislivello positivo

379

Difficoltà

Media

Dislivello negativo

379
Altimetria

Uno dei luoghi che a Perugia meritano assolutamente una visita è il parco e il sentiero dei Conservoni.  La storia delle opere idrauliche presenti in questo parco è strettamente collegata con la storia della fontana presente maggiore in piazza 4 Novembre che dal complesso sistema di condotte sfruttando il principio dei vasi comunicanti prendeva acqua. Purtroppo oggi la zona risente di un forte degrado dovuto allo stato di abbandono e alla mancata manutenzione dei sentieri e della segnaletica ma questo nulla toglie al fascino. Soprattutto in estate la presenza di abbondante acqua e la folta vegetazione lo rendono adatto a bellissime passeggiate al riparo dalla calura. Fruttando i sentieri e le strade presenti si riescono a percorrere dai 5 ai 10 km. Non tutti i sentieri sono facilmente praticabili in bici ma ognuno può comunque trovare quello adatto alle proprie capacità.

Un po’ di storia….

Fin dal 1254 si era concepito il progetto di una grandiosa fonte da collocarsi nella piazza di San Lorenzo. Caldissimo fautore del progetto e Direttore dei Lavori fu un Frate Plenario. Un tal Mastro Ambrogio ebbe l’incarico di allacciare le vene di Monte Pacciano, a tre miglia distante dalla città, profittando di ogni altra scaturigine che nell’alpestre sito si rinvenisse; e per condurre quest’acque un Buonomo di Filippo da Orte ebbe quello più grave di forar monti, innalzare archi e costruire cisterne” da Luigi Bonazzi – Storia di Perugia. I Lavori furono sospesi e ripresi solo nel 1275; il nuovo incarico fu affidato a Fra Bevignate affiancato da Boninsegna da Venezia, ingegnere idraulico. Complesse opere di presa furono costruite per raccogliere in un sol punto le acque di alcune sorgenti (sorgenti della “Barigiana” e del “Faggeto”); attraverso lo scavo di cunicoli per una lunghezza superiore a 500 metri si convogliarono le acque alla cisterna di raccolta detta “Conserva delle vene”. Contemporaneamente fu costruito, poco più a monte, un grande serbatoio delle capacità di 6000 metri cubi denominato “Conservone Vecchio” per la raccolta delle acque piovane nei periodi di magra. Da questi punti di captazione fu realizzato il primo tracciato dell’acquedotto realizzato con tubi di piombo. L’acqua sgorgò dalla fontana appena ultimata il 13 febbraio 1280. Alcuni difetti tecnici e le abbondanti incrostazioni di calcare portarono in pochi decenni a frequenti interruzioni del flusso idrico, tanto che nel 1317, il Consiglio Generale del Popolo diede incarico a Fra Vincenzo di compiere studi per il ripristino dell’acquedotto. Si abbandonò il primo tracciato sostituendolo con un altro percorso completamente diverso e più corto di 700 metri. A differenza del primo il secondo tracciato del 1322 presenta maggiori dislivelli determinando aumenti di pressione nelle tubazioni (15 atmosfere rispetto alle precedenti 8 atmosfere): il percorso comporta la discesa delle acque di 150 metri su 1400 metri di percorso e la successiva risalita di 140 metri su 1800 metri di tracciato. Difetti di concezione condizionarono il funzionamento del nuovo acquedotto che richiese frequenti riparazioni sia alle condutture che agli archi realizzati con pietre gelive e malte scadenti. A questo si devono aggiungere ripetuti furti di tubi e sabotaggi. Nel 1827 l’ingegnere comunale Giovanni Cerrini progetta e realizza un nuovo acquedotto con tubi di ghisa ripristinando il primo tracciato del 1280 con partenza da un nuovo serbatoio posto presso il vocabolo “Vagliano”. Nel 1884 l’ingegnere Alessandro Arienti realizza, presso il piccolo serbatoio di Vagliano un grande conservone di 5500 metri cubi denominato “Conservone Nuovo” per l’accumulo delle acque nei periodi di basso consumo. Gli acquedotti di Monte Pacciano hanno perso la loro primaria importanza dopo la realizzazione degli acquedotti provenienti dagli Appennini. Oggi le sorgenti della “Barigiana” e del “Faggeto” non vengono più utilizzate per la città mentre i due conservoni vengono riforniti di acqua proveniente dalle sorgenti appenniniche (Fonte: comunità montana Monti del trasimeno)